CN24 | Omicidio di Gagliato. Tre indagati per l'assassinio dei gemelli Grattà

2011-09-15 17

http://www.cn24.tv Venerdì 02 Luglio 2010 | In questa edizione di Report24: Omicidio di Gagliato. Tre indagati per l'assassinio dei gemelli Grattà La guerra tra cosche alla base del delitto consumato l'11 di giugno Nelle prime ore del mattino i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro, a seguito di complesse indagini, hanno eseguito 3 Fermi di Indiziato di Delitto emessi dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, nei confronti di: Alberto Sia, Patrik Vitale, entrambi 26enni e Giovanni Catrambone, di 22 anni. Pare che i tre abbiano partecipato alla ideazione ed all'esecuzione dell'omicidio dei gemelli Vito e Nicola Grattà, in un agguato mafioso avvenuto nel pomeriggio dell'11 giugno scorso a Gagliato. Sono quindi accusati di concorso in omicidio, furto aggravato, lesioni e porto abusivo di arma da fuoco. Con loro e' indagato anche un minore, mentre si procede nei confronti di ignoti in attesa di ricostruire anche l'identita' dei due killer che hanno ucciso i fratelli Grattà. Il delitto sarebbe maturato nell'ambito di una guerra tra cosche per il predominio del territorio, esplosa all'inizio di quest'anno nel basso jonio catanzarese e che annovera tra le vittime anche Vittorio Sia, padre di Alberto Sia. L'operazione odierna condotta dai Carabinieri del Reparto operativo provinciale e della Compagnia di Soverato, pone un tassello importante nella ricostruzione della faida che da alcuni mesi sta insanguinando il territorio di Soverato e quello a cavallo con le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Nel corso della conferenza stampa, svoltasi questa mattina a Catanzaro, presso il Comando Legione Carabinieri Calabria, e' stato ricostruita l'attivita' delle indagini, alla presenza tra gli altri del procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, del procuratore Salvatore Murone, del comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Claudio D'Angelo. Il duplice omicidio dei Gratta', dunque, sarebbe la risposta all'assassinio di Vittorio Sia. Le intercettazioni telefoniche e ambientali, e i riscontri investigativi, hanno permesso di verificare che i tre giovani avrebbero rubato lo scooter, utilizzato per l'agguato, a Catanzaro. Lo stesso motociclo e' stato poi rinvenuto bruciato in località Pietà di Petrizzi, non distante dal luogo del delitto. Una zona che, secondo gli investigatori, sarebbe sotto il controllo proprio di Sia e degli altri due fermati. E' qui che i carabinieri hanno rinvenuto anche una pistola, bruciata, con quattro colpi nel caricatore, compatibile con quella utilizzata per l'agguato, una 9x19. Sempre nella zona sono state rinvenute anche due pistole, una calibro 38 e una calibro 357 Magnum, avvolte in un sacco di plastica, entrambe pronte per sparare e una macchinetta cambia monete, frutto di un furto simulato avvenuto in un bar di Soverato e al quale avrebbero partecipato alcuni dei tre fermati. Durante la conferenza stampa il procuratore Lombardo, ha detto che "è stato colpito un pezzo dell'organizzazione", evidenziando inoltre che in alcune intercettazioni, Alberto Sia avrebbe ripetuto piu' volte la necessita' di vendicare l'omicidio del padre. 

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